25 aprile a Villa Spada, Bologna

25 aprile – C’erano una volta tante ragazze.

Alle 15, 30 nel parco di Villa Spada, con appuntamento angolo via Casaglia/via Saragozza: C’erano una volta tante ragazze, itinerario in nove tappe tra musica e teatro nel parco.

Lo spettacolo è di Loredana D’Emelio e Tita Ruggeri, con Tita Ruggeri, Cleonice Bortolotti, Les Triplettes (Silvia Donati, Daniela Galli e Barbara Giorgi) e un gruppo di allieve e allievi di Tita Ruggeri. Un passaggio di testimone tra donne di generazioni diverse. Per ricordare, raccontare le donne che prima di noi hanno combattuto per la libertà e che non vengono ricordate quanto meritano.

Articolo su Bologna Today.

Bando concorso letterario 2025 > Tema Tumore al seno

Bando concorso letterario 2025 > Tema Tumore al seno

A tutte le Socie/i

per chi fosse interessato a partecipare.

Ass.ne Il Seno di Poi OdV

Gentilissima Associazione

Siamo felici di inviare in allegato il bando  “Donna sopra le Righe” edizione 2025,sperando vogliate partecipare a questa edizione del XXVII concorso sul tema Tumore al seno.

Crediamo nella scrittura come terapia per superare questo difficile percorso di malattia e chiediamo la Vostra collaborazione per informare le vostre socie di questa opportunità

In attesa di eventuali Vostri scritti, inviamo un caro saluto

per la segreteria del Concorso

Pinuccia Musumeci

P.S.: si invita  a tenere presente questa email per il 2025

Intervista a Raffaella Pagani – referente del gruppo teatrale LE SALAMANDRE de Il Seno di Poi OdV

Intervista a Raffaella Pagani – referente del gruppo teatrale LE SALAMANDRE de Il Seno di Poi OdV

15 aprile 2025, scritto da: alicespiga82

Sono davvero onorata e contenta di condividere con voi un progetto bellissimo, portato avanti dall’Associazione bolognese Il Seno di Poi OdVil laboratorio teatrale LE SALAMANDRE, condotto dall’attrice Tita Ruggeri.

Con Raffaella Pagani, che fa parte del laboratorio sin dai suoi albori e che oggi ne è la referente, vi raccontiamo come, quando e perché sono nate LE SALAMANDRE e soprattutto i benefici che questa attività ludico ricreativa sta donando alle donne sopravvissute al cancro.

E per chi si fosse collegato solo adesso, ricordo che vi ho parlato dell’Associazione Il Seno di Poi OdV anche nell‘Intervista a Morena Casarini – presidente dell’Associazione Il Seno di Poi OdV e nell’Intervista a Paola Falleroni – sopravvissuta al cancro e Presidente del coro de Il Seno di Poi OdV.

  1. Cara Raffaella, quando e perché ti sei avvicinata, per la prima volta all’Associazione Il Seno di Poi? 

La diagnosi di carcinoma mammario è arrivata come una fucilata nel marzo del 2005, esattamente 20 anni fa. Ero una giovane donna di 46 anni, con un lavoro stabile, un matrimonio felice e alle prese con l’adolescenza di un figlio di 14 anni.

Grazie allo screening annuale la malattia è stata individuata precocemente, ho così potuto evitare cure eccessivamente invasive, ma ho subito comunque una mastectomia totale con tutte le conseguenze fisiche e psicologiche che l’intervento comporta.

Ero terrorizzata, piena di dubbi, avevo perso d’un tratto tutte le mie certezze come donna, come moglie, come madre, come lavoratrice. Gli incontri con la ginecologa e con la psicologa dell’AUSL, che accompagnavano le donne operate di tumore al seno, mi hanno aiutato molto.

Grazie a loro, ho conosciuto il gruppo AMA – Auto Mutuo Aiuto e, poco dopo, ho avvicinato quella che allora era la “neonata” Associazione Il Seno di Poi, formata da gran parte delle donne che avevo incontrato all’interno del gruppo AMA.

  1. Perché avete deciso di creare un Laboratorio di Teatro per le donne sopravvissute al cancro al seno? E perché avete scelto di chiamarlo “LE SALAMANDRE”? 

Ricordo che durante una riunione in Associazione, le socie che componevano allora il direttivo ci proposero nuove attività creative; una riguardava l’idea di dare vita a un coro e l’altra riguardava la partecipazione a un laboratorio teatrale che sarebbe stato condotto dall’attrice bolognese Tita Ruggeri.

Io, con un po’ di timore e tanta curiosità, mi sono immediatamente iscritta al laboratorio teatrale. L’idea, che ho condiviso da subito, è nata dall’esigenza di offrire alle donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno strumenti per ritrovare un dialogo costruttivo con il proprio corpo, in un luogo e in un tempo in cui trovino spazio anche le emozioni negative, che inevitabilmente sono collegate al difficile percorso della malattia.

Dopo il debutto avvenuto nel 2012 il gruppo ha deciso di darsi un nome e, sulla suggestione di una battuta del primo spettacolo realizzato, si è sentito e si sente ben rappresentato dalla Salamandra, l’animale che molte antiche leggende associano al fuoco e che si pensava fosse in grado, grazie alla sua resistenza e alla sua forza, di vincere le fiamme del male.

  1. Che cosa ha significato e cosa significa oggi, per te, essere parte del gruppo LE SALAMANDRE?

Fare parte de LE SALAMANDRE è stata ed è tutt’ora una delle esperienze più intense che io abbia mai vissuto. Faccio parte del gruppo teatrale dal primo spettacolo che abbiamo realizzato, con il tempo il gruppo di attrici è diventato sempre più numeroso, noi SALAMANDRE oggi siamo ben 14!

Le SALAMANDRE nei costumi dello spettacolo Mamma mia

Purtroppo, alcune SALAMANDRE non ci sono più, portate via dalla malattia, ma le attrici dopo ogni perdita sono sempre riuscite a trovare la forza, l’energia e l’entusiasmo per continuare.

I tanti momenti difficili sono stati superati dalla gioia di stare insieme, dall’emozione di andare in scena, affrontando sfide sempre nuove in testi teatrali di vari autori e collaborando con la regista anche alla realizzazione delle scenografie e alla scelta dei costumi.

  1. Quali benefici state riscontrando da questa attività ludico ricreativa? 

Gli incontri laboratoriali, sotto la guida delicata e attenta di un’esperta, quale è Tita Ruggeri, diventano occasioni per aumentare la propria autostima e il rispetto per sé stesse, realizzando qualcosa che permette anche di comunicare in maniera efficace con gli altri. 

L’esperienza di un laboratorio teatrale, che si conclude con la rappresentazione davanti a un autentico pubblico di un vero e proprio spettacolo, permette di mantenersi costantemente e sinceramente in contatto con sé stessi, oltre che con il gruppo, e conduce al superamento dei propri limiti con gioia, entusiasmo e divertimento.

Le SALAMANDRE all’Oratorio San Filippo Neri

La forza delle SALAMANDRE proviene anche e, forse soprattutto, dalla grande energia che viene dalla condivisione. L’obiettivo che ci sentiamo ogni volta di raggiungere, attraverso lo spettacolo che mettiamo in scena, è anche quello di trasmettere l’idea che la malattia non deve essere considerata solo come un percorso individuale, ma deve diventare un viaggio collettivo verso la rimozione dei condizionamenti e dei pregiudizi che ruotano intorno al cancro, specialmente il cancro al seno, che comporta per la donna una doppia chirurgia, fisica e simbolica. 

  1. Ti chiedo infine un consiglio, che daresti a una persona che sta affrontando la malattia e la rinascita. 

Questa è la domanda più difficile. La diagnosi di una malattia oncologica determina sempre uno “sconvolgimento” e un cambiamento nella vita di chi ne è colpito e dei suoi familiari.

Per una donna la diagnosi di tumore al seno, in particolare, mette in crisi l’immagine di sé e determina profondi cambiamenti e vissuti, che accompagnano le diverse fasi del percorso di malattia e di cura.

Nella mia personale esperienza posso solo dire che è stato fondamentale trovare chi ha saputo ascoltarmi senza giudizi; l’auto mutuo aiuto, per esempio, mi ha insegnato l’importanza di vedere riconosciuta la mia personale esperienza come risorsa e come possibile fonte di competenze, non solo come condizione da cambiare o malattia da curare.

Foto di gruppo dopo uno spettacolo.

Trovare altre persone con cui condividere aspetti della propria vita mi ha aiutata ad uscire dall’isolamento e dalla paura, mi ha fatto capire che avere una malattia non significa essere quella malattia.

Il video correlato

Il video è stato realizzato interamente online durante gli interminabili giorni del lockdown con la regia di Tita Ruggeri. Le attrici del Il Seno di Poi OdV si sono cimentate nella messa in scena di uno strano mondo nel quale farmaci dai tanti e svariati effetti indesiderati si trasformano in buffi e improbabili alleati delle donne che affrontano il cancro al seno. Alla base di questo originale lavoro c’è il tentativo, messo in atto da autentiche esperte della materia, di alleggerire un percorso durissimo, ma indispensabile per continuare a vivere e a sorridere insieme.https://www.youtube.com/embed/8RH5SyLs2x0?feature=oembed

Chi è Raffaella Pagani

66 anni, è nata e vive a Bologna. Laureata in Pedagogia, è attualmente in pensione dopo avere lavorato nel Settore Istruzione del Comune di Bologna, dove si occupava di educazione interculturale. È stata operata di carcinoma mammario nel 2005; attraverso il gruppo di Auto Mutuo Aiuto ha conosciuto l’Associazione Il Seno di Poi OdV di cui è socia ormai da quasi 20 anni. Dal 2012 fa parte del gruppo teatrale dell’Associazione: LE SALAMANDRE. È stata Vicepresidente dell’Associazione dal 2016 al 2018 e ora è referente del gruppo teatrale.

Sull’Associazione

Raffaella Pagani referente del gruppo teatrale le Salamandre

LE SALAMANDRE in scena con PETUNIE E CLEMENTINE

LE SALAMANDRE in scena con PETUNIE E CLEMENTINE

LE SALAMANDRE in scena al Teatro Dehon con PETUNIE E CLEMENTINE nell’ambito della rassegna DIVERSE ABILITÀ IN SCENA promossa dall’Associazione Gli amici di Luca Casa dei Risvegli Luca De Nigris ets.
regia di Tita Ruggeri

lunedì 5 maggio 2025 ore 21.00 teatro DEHON

entrata a offerta libera

da LA REPUBBLICA

Il Comune di Bologna ❤️💙ha conferito a Fulvio De Nigris e Maria Vaccari la Turrita d’Argento.

Fulvio De Nigris e Maria Vaccari sono due persone speciali per Bologna.

Due genitori che hanno trasformato il dolore per la perdita del figlio Luca in impegno civile a servizio della comunità.

Con la “Casa dei Risvegli Luca De Nigris” negli ultimi 20 anni sono stati al fianco di genitori e familiari di quasi 600 pazienti con esiti di coma e gravi cerebrolesioni.

Con il loro lavoro hanno contribuito a creare un nuovo modello di assistenza a livello nazionale.